Oliviero Carafa

Il cardinale Oliviero Carafa
Ritratto del cardinale Oliviero Carafa (Napoli, Cattedrale di S. Maria Assunta, sec. XV-XVI)

Appartenente a una nobile famiglia napoletana, Oliviero Carafa (1430-1511) fu uomo di chiesa e uomo d’armi: avviato alla carriera ecclesiastica fin da bambino e divenuto arcivescovo di Napoli a meno di trent’anni, fu nominato cardinale da Paolo II nel 1467, mentre nel 1472 fu posto da Sisto IV a capo della flotta cristiana contro i Turchi, su cui trionfò con la presa di Smirne. La sua spiccata sensibilità per la cultura e le arti lo portò ad essere un mecenate tra i massimi del tempo: a Roma promosse varie opere architettoniche (tra tutte, la cappella Carafa in S. Maria sopra Minerva affrescata da Filippino Lippi) e protesse letterati e filosofi.

Del prestigioso favore di Carafa si giovò anche Pasquino, che esplicitamente riconosceva il proprio debito nei confronti del cardinale affidandogli la propria fama imperitura:

Debebit, Carrapha, tibi Pasquillus in aevum
Qui facis extinctum ne sibi nomen eat
Assidue ante tuas custos sedet integer aedes
Tu famam servas illius egregiam

Tale legame fu tanto sentito che, alla morte del suo protettore, Pasquino si sentì in dovere di assumere gli abiti del Lutto: così è raffigurato anche nel frontespizio dei Carmina posita del 1511, dove la voce di Pasquino si fa soprattutto espressione di dolore e di pianto inconsolabile per la perdita del suo «degno signor napolitano».

Pasquino in vesti di Lutto
Pasquino nelle vesti del Lutto (dai Carmina posita del 1511, frontespizio)

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